Tutti fermi sotto l’acqua, non si riesce nemmeno a capire perché. Per quanto si diano da fare, i tergicristalli non possono liberare il vetro dalla pioggia per il tempo necessario a vedere due macchine ferme più in là e capire cos’è che ha intasato lo svincolo sull’A4 per l’Autostrada del Brennero. Per chi come il Lame è incastrato lì in mezzo non c’è alcuna possibilità di scampo: l’uscita precedente è preclusa, quella successiva irraggiungibile, fare retromarcia è vietato, andare avanti fuori discussione. E poi lui guida un bestione da 30 tonnellate, mica una Smart.
Isoradio non fa cenno della cosa, RTL 102.5 in quella posizione è disturbata da una sedicente Radio Veneta Libera. Il Lame si sente come un naufrago in balia delle onde. E gli scappa pure la pipì. Buon vecchio CB, rimane l’ultima speranza, il messaggio nella bottiglia del camionista.
“Orso, sai qualcosa dello svincolo per L’A22?”
“Che dici, Lame..”
“Lo svincolo sull’A4 per la Brennero Modena, sai se c’è qualcosa? Sono fermo da mezz’ora e non si muove un cazzo…”
“Boh? No, sentito niente…”
“Tu dove sei?”
“Dalle parti di Bolzano, ma sto venendo giù. Quando hai la consegna?”
“Prima possibile, come al solito!”
“C’hai ragione, che domanda! Quegli stronzi non lo sanno cosa vuol dire essere per strada tutti i giorni…”
“Facile per loro…! Hanno soltanto pretese… Se non fosse per i debiti che devo saldare…”
“Certo che piuttosto di stare in ufficio… meglio la nostra di vita! Solo sarebbe bello non aver nessun posto da raggiungere, nessuna consegna urgente…”
“Senza radici, liberi, sempre in viaggio, con tutto l’orizzonte davanti…”
L’orizzonte di fronte al Lame però non è affatto libero: lo svincolo è completamente intasato ed il TIR non ha ancora fatto un passo. Il Lame continua a vedere le stesse luci rosse davanti e gli stessi fari gialli dietro. Quel curvone parabolico che ama percorrere in scioltezza, lasciando andare il TIR senza toccare né l’acceleratore né il freno, oggi non gli regala alcuna soddisfazione.
“Cercano di farci schiattare perché ci invidiano…”
“Ma la loro invidia è la nostra forza, vero Orso?”
“Puoi scommetterci! Ma lì piove?”
“Diluvia…”
“Ve beh Lame, rassegnati… Non puoi far altro… Ti hanno già pagato?”
“Sì certo, per quello sono tranquillo…”
“E allora di cosa ti preoccupi? Avrai caricato qualche bella ragazza, no? Rilassati, divertiti, e quando si libera la strada, riparti!”
Fosse per lui, il Lame si farebbe anche una dormita in cuccetta, con o senza compagnia femminile, vista la stanchezza che ha nelle ossa, dopo tutte quelle ore ininterrotte alla guida, ma la merce che ha dietro è discretamente deperibile. Se li ha contati bene dovrebbero essere settanta clandestini, provenienti da chissà dove. Saranno siriani o etiopi o libici, lui non ci capisce niente di razze. Stanno nel semirimorchio da un giorno e se non si sbrigano a liberare la strada, da qualsiasi posto provengono, in Austria non ci arrivano.
E al Lame un po’ dispiace, perché adesso non è più un semplice autotrasportatore, lui dà corpo ad una speranza, ad un sogno.
“Orso io lo so cosa pensate tu e gli altri. Pensate che sono una merda, che lo faccio per soldi, per scoparmene qualcuna o altre cose orribili. Ma non è affatto vero. Io lo faccio perché così posso aiutare qualcuno che come me crede nella strada. Io sono come loro, Orso, credo nella strada e credo nel viaggio.”
“Sì bello, però attento a non farti beccare, Lame… Perché il giudice, a questa stronzata che hai detto, mica ci crede! Tu stai rischiando grosso per fare ricchi i tuoi boss…”
“Orso, ma non capisci? Io non torno più! Io scappo con questi che ho dietro nel bilico! E ovviamente col malloppo! Fanculo i debiti! Stavolta cambio vita…”
“In bocca al lupo, allora, Lame… mi mancherai… e fai buon viaggio!”
“Puoi dirlo forte! Appena si sblocca questo maledetto ingorgo… Riparto e faccio un dritto fino in Germania! Magari smette pure di piovere… Che meraviglia, vero Orso, quando hai tutta la strada davanti e niente ti può fermare e ti lasci i problemi alle spalle…”